Oggi, 13 febbraio 2021, è nato il governo Draghi della Repubblica Italiana. Ecco la lista completa dei 23 ministri e i brevi profili di ciascuno. Federico D'Incà (M5s) ai Rapporti con il Parlamento. Vittorio Colao (tecnico) all'Innovazione tecnologica. Renato Brunetta (FI) Pubblica Amministrazione. Maria Stella Gelmini (Fi) agli Affari regionali. Mara Carfagna (Fi) al Sud. Elena Bonetti (Iv) Pari Opportunità. Erika Stefani (Lega) alle Disabilità. Fabiana Dadone (M5s) alle Politiche giovanili. Massimo Garavaglia (Lega) al Turismo. Luigi Di Maio (M5s) agli Esteri. Luciana Lamorgese (tecnico) Interni. Marta Cartabia (tecnico) alla Giustizia. Daniele Franco (tecnico) all'Economia. Giancarlo Giorgetti (Lega) allo Sviluppo economico Stefano Patuanelli (M5s) all'Agricoltura Roberto Cingolani (tecnico) alla Transizione ecologica Enrico Giovannini (tecnico) alle Infrastrutture Andrea Orlando (Pd) al Lavoro Patrizio Bianchi (tecnico) all'Istuzione Cristina Messa (tecnico) all'Università Dario Franceschini (Pd) alla Cultura Roberto Speranza (Leu) alla Salute Lorenzo Guerini (Pd) alla Difesa. Chi sono i ministri del nuovo governo guidato da Mario Draghi. Mario Draghi (Roma, 3 settembre 1947) è un economista, accademico, banchiere, dirigente pubblico e politico italiano, Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana dal 13 febbraio 2021. Formatosi all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" e specializzatosi al Massachusetts Institute of Technology, già professore universitario, durante gli anni novanta è direttore generale del Ministero del tesoro. Dopo un breve passaggio in Goldman Sachs, nel 2005 viene nominato Governatore della Banca d'Italia, prendendo il posto di Antonio Fazio, divenendo così membro del Forum per la stabilità finanziaria (Consiglio per la stabilità finanziaria dal 2009) e del Consiglio Direttivo e del Consiglio Generale della Banca centrale europea nonché membro del Consiglio di amministrazione della Banca dei regolamenti internazionali. Ha ricoperto inoltre l'incarico di Presidente del Forum per la stabilità finanziaria (poi Consiglio per la stabilità finanziaria). È stato Direttore esecutivo per l'Italia della Banca Mondiale e nella Banca Asiatica di Sviluppo. È membro del Gruppo dei Trenta. Dal 2011 al 2019 ha ricoperto la carica di Presidente della Banca centrale europea durante la crisi del debito sovrano europeo, ambito in cui è diventata nota la sua frase del 2012 Whatever it takes (inglese per «Costi quel che costi»), per indicare che la BCE sarebbe stata pronta a fare tutto il necessario a preservare l'euro. Il 3 febbraio 2021 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella gli conferisce l'incarico, accettato con riserva, di formare un governo tecnico-istituzionale in seguito alle dimissioni del Governo Conte 2.Il 13 febbraio 2021 alle 12:00 ha giurato con i suoi Ministri, diventando ufficialmente Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Roberto Garofoli, il super magistrato già capo gabinetto del Mef, è il nuovo sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Draghi. Nato a Taranto il 20 aprile del 1966, due figli, è laureato in giurisprudenza presso l'Università di Bari. E' magistrato ordinario fino al 1999, impegnato in processi anche di mafia. Giudice del Consiglio di Stato e condirettore della Treccani Giuridica, è capo di gabinetto del Tesoro con i ministri Pier Carlo Padoan, nel governi Renzi e Gentiloni, e con il successore Giovanni Tria con il governo M5S-Lega con Conte premier dal febbraio 2014 al dicembre 2019 quando si dimette sulla scia delle polemiche per la norma pro Croce Rossa. Nell'ottobre del 2018 Garofoli finisce infatti al centro degli attacchi dei pentastellati che lo additano come 'la manina' autrice della norma della discordia al dl fiscale che stanziava 84 milioni per Croce Rossa. Norma fu poi stralciata con scia di polemiche dal presidente del Consiglio. In precedenza, tra gli altri incarichi, era stato segretario generale della presidenza del Consiglio dei ministri e presidente della commissione per l'elaborazione di misure di contrasto, anche patrimoniale, alla criminalità nel governo Letta; prima era capo di gabinetto del dipartimento della funzione pubblica, con il ministro Filippo Patroni Griffi, e coordinatore della commissione ministeriale per l'elaborazione di misure per la trasparenza, la prevenzione e il contrasto della corruzione nel governo Monti. Luciana Lamorgese (Interno) È una delle conferme dal governo precedente: l’ex prefetto di Milano, 67 anni, nata a Potenza, resta al Viminale dove aveva sostituito Matteo Salvini. A fine 2020, tra le altre cose, il suo ministero aveva archiviato proprio i decreti Salvini sulla sicurezza. È la terza volta che un prefetto in pensione occupa questo incarico: prima di Lamorgese era stato il caso di Giovanni Rinaldo Coronas e Annamaria Cancellieri ed è la terza donna nella storia a ricoprire l’incarico di Ministro dell’Interno dopo Rosa Russo Iervolino e Annamaria Cancellieri. Figlia dell'ex prefetto Italo Lamorgese, è coniugata con l'infettivologo Orlando Armignacco, ed è madre di due figli. Si è laureata in Giurisprudenza ed è abilitata all'esercizio della professione di avvocato. Entrata in carriera nel 1979, è stata promossa alla qualifica di viceprefetto ispettore e a quella di viceprefetto. Anteriormente alla nomina a prefetto, ha prestato servizio presso le seguenti sedi: prefettura di Varese; direzione generale per l'Amministrazione generale e per gli Affari del Personale, dove ha prestato servizio dapprima presso la divisione Affari generali e quindi presso l'ufficio Studi per l'Amministrazione generale e per gli Affari legislativi; ufficio centrale per gli Affari legislativi e le Relazioni internazionali dove è stata direttore dell'ufficio Ordinamento della Pubblica Amministrazione. Nominata prefetto il 28 luglio 2003, ha svolto le seguenti funzioni: direttore centrale per le risorse umane presso il dipartimento per gli Affari interni e territoriali; vice capo dipartimento per l'espletamento delle funzioni vicarie presso il dipartimento per le Politiche del Personale dell'Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie; prefetto di Venezia, dal 2010. Il 20 maggio 2011 è stata nominata anche Soggetto Attuatore per l'espletamento di tutte le attività necessarie per l'individuazione, l'allestimento o la realizzazione e la gestione delle strutture di accoglienza nella Regione Veneto; capo del dipartimento per le Politiche del Personale dell'Amministrazione civile e per le Risorse strumentali e finanziarie, dal 2012; dal 2013 al 2017 ha svolto le funzioni di capo di Gabinetto del ministero dell'Interno; dal 13 febbraio 2017 al 1 ottobre 2018 ha svolto le funzioni di prefetto di Milano. Marta Cartabia (Giustizia) Nata il 14 maggio 1963, a San Giorgio su Legnano (Milano), è stata la prima donna a occupare la carica di presidente della Corte Costituzionale, dall’11 dicembre 2019 al 13 settembre 2020. È cattolica e considerata vicina al movimento Comunione e Liberazione. Sposata, tre figli, Marta Cartabia è professore ordinario di Diritto costituzionale e, nel settembre 2011, viene nominata dal Presidente della Repubblica giudice della Corte costituzionale. Vice Presidente dal novembre 2014, è eletta Presidente della Corte l'11 dicembre 2019. La sua carriera accademica è stata segnata sin dagli esordi da un'intensa attività di ricerca in ambito costituzionalistico con uno spiccato respiro europeo ed internazionale. Ha conseguito il PhD presso l'Istituto Universitario Europeo di Fiesole (1993), essendo stata, nel frattempo, Research Scholar presso la Michigan Law School (Ann Arbor, USA, 1991). Ha insegnato presso numerose università italiane ed è stata Visiting Professor in Francia, Spagna, Germania e Stati Uniti. Tra gli incarichi istituzionali, è stata assistente di studio presso la Corte costituzionale (1993-1996). Tra il 2008 e il 2010, è stata componente di FRALEX - "Fundamental Rights Agency Legal Experts" - presso l'Agenzia dei diritti fondamentali dell'Unione Europea a Vienna, in qualità di esperto giuridico per l'Italia. Dal dicembre 2017, è membro della Commissione europea per la Democrazia attraverso il Diritto (altrimenti nota come Commissione di Venezia), organo del Consiglio d'Europa, che svolge attività consultiva e di riflessione indipendente intorno ai principi chiave del patrimonio costituzionale europeo: la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto. E' membro dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti dal 2000. La sua bibliografia annovera oltre 230 pubblicazioni in diverse lingue tra libri, capitoli di libri e articoli. I settori privilegiati della sua attività di ricerca riguardano il diritto costituzionale italiano ed europeo, la giustizia costituzionale, la protezione dei diritti fondamentali e il rapporto tra Stato e confessioni religiose. Daniele Franco (Economia) Daniele Franco, bellunese classe 1953, è il super tecnico per l’Economia. Due le grandi esperienze della sua carriera: la prima in Bankitalia dove si è occupato della finanza pubblica, la seconda lunga sette anni, da Ragioniere generale dello Stato. Nato a Trichiana, nel Bellunese, classe 1953, il nuovo ministro dell'Economia, Daniele Franco, torna al Mef: è stato per sei anni ragioniere generale dello Stato. Aveva lasciato via 20 Settembre a maggio 2019 quando era stato nominato membro del direttorio e vice direttore generale della Banca d'Italia. Anche quello a via Nazionale era stato un ritorno: laureato in Scienze politiche, Franco è stato assunto a palazzo Koch nel 1979 in forza al servizio studi, dove è rimasto fino al 2013. Dal 1994 al 1997 è stato consigliere economico presso la direzione generale degli affari economici e finanziari della Commissione Europea. Rientrato in Bankitalia, dal 1997 al 2007 è stato direttore della direzione finanza pubblica del servizio studi. Dal 1999 al 2007 presiede il gruppo di lavoro di finanza pubblica del sistema europeo di banche centrali. Dal 2007 al 2011 è stato capo del servizio studi di struttura economica e finanziaria e dal 2011 al 2013 è stato direttore centrale dell'area ricerca economica e relazioni internazionali. Luigi Di Maio (Esteri). Luigi Di Maio (Avellino, 6 luglio 1986) cresce a Pomigliano d'Arco (NA), luogo d'origine della famiglia, primogenito dei tre figli. Diplomatosi presso il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano d'Arco nel 2004, s'iscrive successivamente all'Università degli Studi di Napoli Federico secondo, dapprima presso la facoltà di ingegneria informatica ed in seguito presso quella di giurisprudenza. Nel 2006, fonda il sito "studentigiurisprudenza.it" e, l'anno successivo, viene eletto Presidente del Consiglio degli Studenti. Non completerà mai gli studi universitari, al fine, a suo dire, di dedicarsi al primo attivismo nel Movimento 5 Stelle. Nonostante la giovane età ha un curriculum politico corposo. Già leader del Movimento 5 Stelle dal 2017 al gennaio 2020, è stato ministro dello sviluppo economico e ministro del lavoro e delle politiche sociali, nonché Vicepresidente del Consiglio dei ministri nel Governo Conte 1 e ministro degli affari esteri anche nel Governo Conte 2. Dal 2013 al 2018 è stato inoltre vicepresidente della Camera dei deputati. Nel governo Draghi riconfermato alla Farnesina. Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico) È uno dei nomi più pesanti nella compagine di governo: già sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Conte 1, numero due della Lega, il 54enne Giancarlo Giorgetti da Cazzago Brabbia (Varese) va allo Sviluppo economico, tra i dicasteri più strategici. E' il volto moderato del Carroccio per cui ha sempre tenuto le relazioni con il mondo bancario, finanziario e industriale. E anche quelle internazionali Da quando Matteo Salvini è diventato segretario federale della Lega, Giancarlo Giorgetti non è solo il suo vice, ma la sua ombra. È la vera eminenza grigia di via Bellerio. Una sorta di Richelieu, che ha sempre tenuto le relazioni con il mondo bancario, finanziario e industriale. Anche le relazioni internazionali soprattutto con Washington. Varesino di nascita, Giorgetti, 54 anni, è vice segretario della Lega dal 1 giugno 2018. Laurea alla Bocconi di Milano in Economia Aziendale, è stato eletto in Parlamento per la prima volta nel 1996. Una carriera folgorante nella Lega allora guidata da Umberto Bossi. Da sindaco di Cazzago Brabbia ad ambasciatore della Lega nei salotti che contano. Banche, finanza. Nel 2001, Silvio Berlusconi lo nomina sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti. Fa parte del Consiglio di amministrazione di Credieuronord, ma esce assolto dall'inchiesta sul crac dell'istituto di credito. Storico segretario nazionale della Lega Lombardia, è stato il relatore della manovra economica del 2011. L'ultima prima della crisi dell'ultimo governo Berlusconi e l'arrivo del governo tecnico di Mario Monti. Da sempre esponente dell'ala liberale della Lega si è sempre schierato a favore dell'alleanza tra Italia e Stati Uniti nel quadro della Nato, ma ha anche cercato un dialogo con la Germania di Angela Merkel. Anche quando Salvini dirigeva il suo sguardo verso altre amministrazioni. C'è la regia del "Richelieu" della Lega anche nell'arrivo di Letizia Moratti nella squadra del governatore della Lombardia Attilio Fontana. Il nome di Giorgetti era stato perfino invocato anche come possibile candidato sindaco del centrodestra a Milano. Non è un mistero che il neoassessore lombardo allo Sviluppo Economico, Guido Guidesi, che ha chiesto al governo di riaprire i ristoranti fino alle 22, sia un "giorgettiano" doc. E che proprio dal mondo industriale ed economico del Nord sia partita la spinta che ha convinto Salvini a cambiare rotta. Rinunciare ad andare al voto subito e appoggiare il governo Draghi. Stefano Patuanelli (Agricoltura). Esponente dell’ala governista dei 5 Stelle, l'ingegnere 46enne triestino Stefano Patuanelli è il nuovo ministro delle Politiche agricole del governo guidato da Mario Draghi. Attivista 5 Stelle della prima ora — già nel 2005 era nei gruppi «Amici di Beppe Grillo» — è stato, tra il 2011 e il 2016, portavoce del MoVimento 5 Stelle nel consiglio comunale di Trieste. Alle elezioni del marzo 2018 è stato eletto nella circoscrizione Friuli-Venezia Giulia, ed è poi diventato capogruppo al Senato. Patuanelli è una figura stimata anche all'interno del Pd, specialmente nell'area renziana, ed è stato oppositore della Tav della prima ora. E' stato ministro dello Sviluppo economico nel secondo esecutivo guidato da Giuseppe Conte. E' sposato, ha tre figli, è appassionato di pittura e architettura, ama il basket e l'atletica. Roberto Cingolani (Transizione) Il nuovo ministro per la Transizione ecologica è nato a Milano, classe 1961. E' un fisico italiano, 'guru' della robotica e dell'intelligenza artificiale. Da settembre 2019 è responsabile dell'innovazione tecnologica di Leonardo ed è attualmente membro del comitato di esperti in materia economica e sociale che fa parte della task force per la Fase 2 di lotta al Coronavirus, istituita dal Governo Conte. Dal 2005 al 2019 è stato direttore scientifico e 'anima' dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova. Cingolani si laurea in Fisica all'università di Bari, dove consegue anche il dottorato, per poi conseguire il Diploma di Perfezionamento (PhD) - nel 1990 - alla Scuola Normale Superiore di Pisa. La fisica lo porta prima in Germania (è ricercatore al Max Planck Institut di Stoccarda dove lavora sotto la direzione del premio Nobel per la fisica Klaus von Klitzing), poi in Giappone (in qualità di Visiting Professor all’Institute of Industrial Sciences della Tokyo University) e infine all'università del Salento. Dal 1991 al 1999 è prima ricercatore e poi professore associato di fisica generale, mentre dal 2000 al 2005 è professore ordinario di fisica generale presso la Facoltà di Ingegneria, dove fonda e dirige il Laboratorio Nazionale di Nanotecnologie di Lecce. Cingolani ha partecipato a diverse elezioni della Leopolda ed è stato relatore della scuola politica di Matteo Renzi al Ciocco. A lui Renzi premier chiese di scrivere Humane Technopole e l'agenda Cingolani' figurava in tutti i documenti che il leader di Italia Viva ha inviato a Giuseppe Conte. Federico D'incà (Rapporti con il Parlamento) Il 45enne bellunese Federico D’Incà, esponente dell’ala governista del Movimento 5 Stelle, è uno dei riconfermati nel proprio ruolo. Sarà ancora lui il ministro per i Rapporti con il Parlamento, ruolo delicatissimo in un governo così variegato. Vittorio Colao (Innovazione tecnologica e transizione digitale) Volto nuovo nel governo, ma non così nuovo alle cronache recenti della politica: il bresciano Vittorio Colao, 59 anni, manager molto apprezzato, guiderà l’Innovazione, ma nel 2020 era stato messo a capo della (fallimentare) task force per la ’fase 2'. Ex amministratore delegato di Vodafone; ex numero uno della task force messa in campo per la 'ricostruzione', ex ufficiale dei carabinieri, con una passione per la bicicletta e cavaliere del lavoro. Il nuovo ministro per l'Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, nasce a Brescia nel 1961, si laurea in economia e commercio all'università Bocconi e consegue un master in business administration alla Harvard University. Inizia il suo percorso lavorativo a Londra, presso la banca d'affari Morgan Stanley e prosegue a Milano alla multinazionale di consulenze McKinsey & company. Nel 1996 diventa direttore generale di Omnitel pronto Italia e, quando nel 1996 Vodafone acquisisce l'operatore di telefonia mobile, diventa amministratore delegato della divisione italiana. Nel 2001 diventa ceo della Vodafone per l'Europa meridionale; l'anno successivo entra nel consiglio di amministrazione e nel 2003 estende il suo incarico anche al Medio Oriente e all'Africa. Nel 2004 lascia il colosso della telefonia per passare a Rcs mediagroup, sempre con l'incarico di amministratore delegato. Dopo due anni, nel 2006, torna da Vodafone per assumere la posizione di vice amministratore delegato a capo della divisione Europa. Dal 2008 al 2018 è amministratore delegato di Vodafone. Nell'aprile del 2020 viene chiamato a guidare la Task force per la fase 2 dell'emergenza legata al coronavirus. Il Comitato opererà in coordinamento con il Comitato tecnico scientifico. A presiedere il Comitato sarà il Dott. Vittorio Colao. Roberto Speranza (Salute). Nato a Potenza, ha 42 anni ed è l’unico rappresentante di Leu nel governo. Vicinissimo a Bersani, è in Parlamento dal 2013. È una delle conferme più pesanti: ha guidato la Salute nell’anno della pandemia e lo farà anche nel governo Draghi. Andrea Orlando (Lavoro). Lo spezzino Andrea Orlando diventa ministro del Lavoro a 52 anni appena compiuti. Già all’Ambiente e alla Giustizia in precedenti governi di centrosinistra, tra i membri politici dell’esecutivo Draghi è forse il ’più politico’, essendo vicesegretario del Pd. Patrizio Bianchi (Istruzione). Patrizio Bianchi è nato a Copparo (Ferrara) nel 1952. Insegna Politiche economiche dell’Ue all’Università di Ferrara, la sua città (di cui è stato rettore). È stato anche assessore regionale dell’Emilia-Romagna. Già a capo della task force per la riapertura delle scuole a settembre, sostituirà Lucia Azzolina. Dopo la laurea in Scienze politiche con lode, a 24 anni, all'Università di Bologna, dov'è stato allievo di Romano Prodi e di Alberto Quadrio Curzio, Bianchi approfondisce i suoi studi alla London School of Economics. Nel 1980 è ricercatore alla facoltà di Economia a Trento, prima del trasferimento a Udine e poi a Bologna. All'Alma Mater, nel 1986, diventa professore associato e, otto anni dopo, ordinario di Politica economica. Nel 1997 il trasferimento all'Università di Ferrara, di cui diventa rettore nel 2004 e viene riconfermato fino al 2010. Quando diventa assessore all'Istruzione in Emilia-Romagna per due mandati, prima con Vasco Errani e poi con Stefano Bonaccini. L'anno scorso, da aprile a luglio, Bianchi ha coordinato la task force ministeriale, formata dalla ministra uscente Azzolina, sulla ripartenza della scuola nei mesi della pandemia. Per sbarcare al ministero di viale Trastevere lascerà il posto di professore ordinario di Economia applicata all'Università di Ferrara e la cattedra Unesco 'Educazione, crescita ed eguaglianza'. Sposato con Laura Tabarini, ha due figli, Lorenzo ed Antonio. Nella sua carriera accademica, circa 250 articoli scientifici e 40 libri pubblicati in italiano, inglese e spagnolo. Enrico Giovannini (Infrastrutture). Più volte il suo nome è stato inserito nei toto-premier o nei toto-ministri: ora lo stattistico Enrico Giovannini, romano di 63 anni, già presidente Istat e ministro del Lavoro con Enrico Letta, guiderà il dicastero strategico delle Infrastrutture e Trasporti. Classe 1957, nato a Roma, il ministro dei Trasporti, Enrico Giovannini, è un economista, statistico e accademico, attualmente portavoce dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Asvis), di cui è cofondatore, che riunisce oltre 290 tra istituzioni e reti della società civile. Laureatosi nel 1981 in Economia e Commercio presso l'Università degli Studi di Roma 'La Sapienza', è stato chief statistician dell'Ocse, dal 2001 all'agosto 2009, e presidente dell'Istat, dall'agosto 2009 all'aprile 2013. Già ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del governo Letta, dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014, oggi è professore ordinario di statistica economica all'Università di Roma 'Tor Vergata' e docente di Public management dell'Università Luiss, Dipartimento di Scienze politiche. Dario Franceschini (Cultura). Il 62enne ferrarese Dario Franceschini, già segretario del Pd nel 2009 e più volte ministro dei Beni culturali (con Renzi, Gentiloni, nel Conte 1), si riconferma alla guida del dicastero. Ma con lo scorporo deciso da Draghi, non avrà più le deleghe al Turismo. Renato Brunetta (PA). Veneziano, classe 1950, pezzo da novanta di Forza Italia, Renato Brunetta è uno dei ritorni eccellenti. Tra il 2008 e il 2011, nell’ultimo governo Berlusconi, ha già ricoperto il ruolo di ministro della Pubblica amministrazione. È stato anche capogruppo di FI alla Camera. Mariastella Gelmini (Autonomie). Mariastella Gelmini (Leno, 1 luglio 1973),47 anni, attuale capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, torna in un ruolo di governo. Dal 13 febbraio 2021 è ministro agli Affari regionali e alle Autonomie nel governo Draghi. Ha ricoperto dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 l'incarico di Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel Governo Berlusconi 4. Dal 2016 è consigliere comunale della città metropolitana di Milano. Mara Carfagna (Sud). È uno dei pochi ministri del Sud e si occuperà proprio del Mezzogiorno: la salernitana Mara Carfagna, 45 anni, già ministro delle Pari opportunità nel Berlusconi 4 e attuale vicepresidente della Camera, è a capo dell’associazione Voce Libera dentro FI. Elena Bonetti (Pario opportunità). Esattamente un mese fa il suo abbandono (con l’altra renziana Bellanova) del Conte 2 aprì formalmente la crisi. Ora Elena Bonetti, mantovana, 46 anni, professoressa di matematica all’Università di Milano, si riprende la Famiglia e le Pari opportunità. Fabiana Dadone (Politiche giovanili). È uno dei ’sopravvissuti’ alla caduta di Conte, ma cambia decisamente ruolo la 37enne cuneese Fabiana Dadone. Attualmente nel collegio dei probiviri del Movimento 5 Stelle, passa dalla Pubblica amministrazione alle Politiche giovanili. Alla guida della P.A. ha governato rivoluzione smart working Fabiana Dadone viene confermata ministro nel nuovo governo Draghi, in quota politica assegnata al Movimento 5 Stelle, ma passa dalla pubblica amministrazione alle politiche giovanili, terreno sicuramente fertile per chi, come lei, è entrata in politica da giovanissima. Classe 1984, Dadone è approdata per la prima volta al ministero nel 2019 a soli 35 anni, allora seconda solo a Luigi Di Maio nella graduatoria dei ministri più giovani. Piemontese, nata a Cuneo, ha fatto esperienza politica in commissione Affari Costituzionali della Camera, dove è stata anche capogruppo M5s. Il suo ingresso in Parlamento risale alle elezioni del 2013. Allora aveva 29 anni, figurando tra le più giovani parlamentari del M5s elette. Faceva ingresso a palazzo Montecitorio con in tasca una laurea in giurisprudenza, forte dell'impegno come volontaria nel sociale. "Non mi sono mai occupata di politica ma mi è piaciuta da subito l'idea di Grillo di riportare la politica attiva al popolo con un nuovo slogan 1=1", furono le sue parole da esordiente. Come ministro della Pubblica amministrazione è stata lei ad occuparsi nel corso dell'emergenza Covid del passaggio obbligato dei dipendenti pubblici allo smart working, necessario per non far cessare l'erogazione dei servizi pubblici. L'adozione della modalità di lavoro agile nelle amministrazioni ha raggiunto in questi mesi percentuali altissime (dal 70% al 90%). Una rivoluzione che ha segnato gli uffici e che dovrà essere d'ora in poi regolata anche nella fase post-pandemia. In seguito alla fase di emergenza, Dadone ha infatti aperto una nuova fase del lavoro agile nel settore pubblico con l'introduzione, nel decreto rilancio, del POLA (Piano organizzativo del lavoro agile), che dovrà essere adottato da ogni amministrazione pubblica entro il 31 dicembre di ciascun anno. Dadone ha avuto il suo secondo figlio durante la carica di ministro, a giugno scorso. L'ex premier, Giuseppe Conte, l'ha elogiata per aver partecipato ad una riunione di governo sul decreto semplificazione in diretta dall'ospedale. Cristina Messa (Università). Cristina Messa, nata a Monza nel 1961, già rettore dell’Università di Milano Bicocca, dove insegna alla facoltà di Medicina. Attualmente presidente della Fondazione Tecnomed, sempre alla Bicocca. A lei tocca il ministero dell’Università e della Ricerca. Chi è Cristina Messa, nuovo ministro dell'Università Cristina Messa è il nuovo ministro dell'Università del governo Draghi, subentra, anch'essa come figura 'tecnica' del nuovo esecutivo, all'uscente Gaetano Manfredi. Cristina Messa è nata a Monza l'8 ottobre 1961. Si è laureata in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Milano. Dal 2001 al 2007 è Professore associato presso la Facoltà di Medicina dell'Università di Milano Bicocca, dove dal 2005 al 2012 dirige il 'Centro Bioimmagini Molecolari'. Dal 2007 al 2013 è Professore ordinario di Medicina Nucleare presso il medesimo Ateneo, di cui diviene Rettore dal 2013 al 2019. Attualmente ricopre la carica di Presidente della Fondazione Tecnomed, sempre presso la stessa Università milanese. Erika Stefani (Disabilità). Erika Stefani (Valdagno, 18 luglio 1971) è un avvocato e politica italiana, dal 13 febbraio 2021 Ministro per le disabilità del Governo Draghi. Leghista vicentina, non è alla prima esperienza di governo: la coalizione giallo-verde l’aveva scelta per Affari regionali e Autonomie. Ora Draghi l’ha designata per il nuovo ministero per le Disabilità, chiesto a gran voce dalla Lega. Erika Stefani entra in politica alle amministrative del 1999 come consigliera del comune di Trissino. Successivamente, ha aderito al partito della Lega Nord, venendo rieletta nel consiglio dello stesso comune alle elezioni amministrative del 2009 con la lista Progetto Trissino-Lega Nord. Durante questo mandato ricopre le cariche di vicesindaco e assessore all'urbanistica ed edilizia privata. In occasione delle elezioni politiche del 2013, viene eletta al Senato della Repubblica nella circoscrizione Veneto, ancora per la Lega Nord, entrando a far parte della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. È stata rieletta al Senato in occasione delle elezioni politiche del 2018 nel collegio uninominale di Vicenza. Il primo giugno 2018 giura nella mani del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella come ministro degli affari regionali e delle autonomie nel Governo Conte 1 tra Lega e Movimento 5 Stelle, fino al 5 settembre 2019, giorno della nascita del Governo Conte 2 tra Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali. Il 13 febbraio 2021 giura nella mani del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella come Ministro per la disabilità nel Governo Draghi che, al momento della sua formazione, ricomprende quasi tutto l'arco parlamentare ad eccezione di Fratelli d'Italia. Lorenzo Guerini (Difesa). Un’altra riconferma, un altro politico: Lorenzo Guerini, lodigiano, 54 anni, è già stato ministro della Difesa nel governo Conte II, e Draghi l’ha riconfermato. In passato è stato portavoce, vicesegretario e coordinatore del Partito democratico. Massimo Garavaglia (Turismo). Il leghista milanese Massimo Garavaglia, 52 anni, è stato sottosegretario e viceministro all’Economia nel governo Conte 1. Draghi gli ha assegnato la delega (con portafoglio) al Turismo, scorporato dal Mibact guidato da Franceschini.