GIUSEPPE ADAMI. C'È SEMPRE UN COMPARE. COMMEDIA IN UN ATTO. La lettura: Rivista mensile del Corriere della Sera. Settembre 1931. ... Trascrizione elettronica rivista e resa disponibile dalla Fondazione Ezio Galiano onlus http:\\www.galiano.it ad esclusivo uso dei privi della vista. ... Testo curato da: Paolo Alberti e Paolo Oliva per il "Progetto Manuzio", iniziativa dell'Associazione Culturale "Liber Liber". Ulteriori informazioni sul sito: http://www.liberliber.it/ ... . ... Presentazione. . CHE COS'È L'AMORE? LA DOMANDA È ETERNA, E TUTTE LE RISPOSTE SONO LECITE. «L'AMORE È UN GIOCO DI PRESTIGIO», QUESTA È LA RISPOSTA CHE GIUSEPPE ADAMI SEMBRA MALIZIOSAMENTE ADOMBRARE NELLA SUA GAIA E GARBATA COMMEDIOLA. NATURALMENTE ANCHE LUI HA RAGIONE, COME TUTTI GLI ALTRI. ... . ... PERSONAGGI. . Marina. Delfi. Maurizio. . Una spiaggia ancora semi-deserta. Marina, snella e bronzea nel costumino da bagno, è stesa sulla sabbia con sonnolento abbandono. Appare e passi rapidi Maurizio:. La vede, la chiama, le si avvicina. ... . ... Maurizio: Marina? ... Marinaa? ... Marinaaa? Marina: senza voce. Che vuoi, seccatore? Maurizio: Stai male? Marina: Stavo benissimo. Ho sonno. Volevo dormire. Sei capitato tu e m'hai rotto il sonno e la pace. Maurizio: Lo so. Marina: E allora perchè non te ne vai? Maurizio: Perchè ho bisogno di parlarti. Marina: È inutile. Quel che vorresti dirmi lo conosco. Me lo dici tutti i giorni: mi ami e vuoi sposarmi. Fai poca fatica. Io ne faccio di più ascoltandoti. Lasciami riposare. E si gira dall'altra parte. Maurizio: che le si è seduto vicino sulla sabbia. Sei crudele, Marina... Crudele e presuntuosa. Presuntuosa e caparbia... Ma io sono tenace. Tenace e volitivo... E non mi muovo se prima non mi dai un bacio. Marina: senza scomporsi. Perché dovrei dare un bacio proprio a te? Maurizio: Perchè ne ho una voglia matta. Marina: Se dovessi baciare tutti quelli che ne hanno una voglia matta! Maurizio: Non tutti. Me solo. Perchè io ti amo. Marina: Tutti, a sentir loro, mi amano. Maurizio: Gli altri lo dicono. Marina: E tu no? Maurizio: Io lo dico perché lo sento. Marina: Lo senti, ma lo dici. Invece, vedi, quando si ama veramente bisogna non dirlo mai e lasciar dormire chi è stato a ballare fino alle cinque. S'è alzato alle otto, e adesso non ne può più. Maurizio: con uno scatto. Lo so, sai, lo so che è Delfi: che ti piace! Marina: vivamente, sollevandosi. Delfi? Maurizio: Ah! Vedi che ti svegli? Marina: Eh, sì! Dallo sbalordimento. Maurizio: Hai poco da sbalordirti... Se ne sono accorti tutti. Marina: Davvero? Maurizio: Sì, cara! Marina: Be, questa è grossa! Delfi? Ma se non lo vedo mai! Maurizio: Appunto: ti piace perchè ti sfugge... Marina: Mi sfugge? Maurizio: Mentre io, il mio difetto è che siamo cresciuti insieme... I miei trastulli, i miei giochi erano i tuoi... Miei soltanto i tuoi scapaccioni... Sempre prepotente sei stata... Prepotente e manesca. Marina: E sai perchè? Maurizio: Perchè volevi aver sempre ragione. Marina: No. Perchè non volevo sottostare al capriccio e alla volontà di un maschio. Più tardi, crescendo, ho cambiato opinione... Maurizio: È Delfi che te l'ha fatta cambiare? Marina: Se ti fa piacere... se gli altri lo dicono... sì... è lui... Maurizio: Ah, confessi! Marina: Ma io sono l'unica che non ci credo. E se vuoi che restiamo buoni amici non nominarmelo più. Maurizio: Non occorre nominartelo: è qui. Marina: Dove? ... E si guarda intorno. Maurizio: Qui... là... nel tuo cuore. Marina: Lasciacelo stare, e cambiamo discorso, che, tanto, non capisci niente nè tu nè gli altri. E con diverso tono: Sei stato a teatro iersera? Maurizio: Non ero vicino a te? Marina: T'è piaciuto il prestigiatore? Maurizio: È strabiliante, no? Marina: Quanto pagherei a sapere i suoi giochi! Maurizio: Per fartene che? Marina: Per far sprofondare chi voglio. Maurizio: Alludi a me?... Vorresti sprofondarmi?... Marina: Oppure, sai, anche quell'altro esperimento mi piacerebbe. Maurizio: Quale? Marina: Metterti nella cassa e segarti a mezzo. Maurizio: Farei come le lucertole: con una parte o con l'altra tornerei scodinzolando a te. Marina: Ti schiaccerei sotto i piedi. Maurizio: con impeto. Marina! Marina!... Ma perché non mi vuoi?... Sono giovine, ricco, elegante, ho al mio attivo due campionati di tennis, domani vincerò il terzo... Marina: Non mi basta. Maurizio: Che vuoi di più? Marina: sollevandosi a metà: Senti, Maurizio, amico della mia infanzia, e vittima dei miei scapaccioni: tu mi vorresti sposare, vero? Maurizio: E come! Marina: Bene. Io non ti dico di no... Maurizio: afferrandole le mani: Ah, Marina:! Marina: Non interrompermi. Io non ti dico di no... Maurizio: Mi basta! Marina: Lasciami finire. Maurizio: Non fiato. Mi basta... Mi basta e non fiato... Puoi dirmi qualunque cosa, adesso, che non ti ascolto più. Marina: E invece devi ascoltarmi. Io sono una ragazza fatta a mio modo... Maurizio: Come sei fatta bene! Marina: Ma appunto perchè sono fatta bene non posso tollerare un tormento implacabile come il tuo. Non posso ammettere la fretta... Maurizio: Ma io so aspettare! Marina: Ecco, bravo: aspetta, Maurizio:. Non si sa mai... Può giocar tali scherzi il futuro!... Magari, domani, in mancanza di meglio, non dico che tu sia proprio da buttar via... Ma oggi, no... Oggi è un'altra faccenda... che tu non puoi sapere... Che nessuno sa... Ma se m'assilli, mi circuisci, m'insegui, mi pedini, diventi la mia ombra e la mia afflizione, è come se mi togliessi il respiro... Lasciami respirare, Maurizio, e parliamo d'altro Maurizio: gioiosamente: Sì, sì... parliamo d'altro! Marina: Parliamo del prestigiatore. Maurizio: Ti interessa tanto? Marina: Tutto quello che è trucco m'interessa. Maurizio: Perchè? Marina: Così!... Mi diverte... Fare una cosa e farne credere un'altra, mi diverte. Maurizio: Per lasciare il pubblico con tanto di naso! Marina: È questo il bello! Maurizio: È tutta questione di imparare il segreto. Marina: Eh, già! Maurizio: Se no bisognerebbe essere il diavolo... Delfi: che è sopraggiunto non visto e non sentito: Il diavolo in persona. Marina: voltandosi: Lei? Maurizio: seccato: E di dove è sbucato? Delfi: Dall'inferno, naturalmente. Marina: Per salvarmi o dannarmi? Delfi: Per salvarla, si capisce. Marina: Da che? Delfi: Dalla corte di Maurizio. Maurizio: Non ce n'è bisogno. Delfi: Tanto meglio. Maurizio: Si figuri che si parlava del prestigiatore... Delfi: Interessantissimo. Maurizio: C'è Marina: che pagherebbe a conoscerne i trucchi per far restar tutti con un palmo di naso. Delfi: Niente di più semplice. Marina: Lo crede? Delfi: Io li conosco tutti. Marina: Lo sappiamo! Lo sappiamo! È la sua specialità. Delfi: Non quelli che pensa lei... Quelli veri. Proprio quelli del prestigiatore. Marina: In che modo? Maurizio: Ma non capisci che scherza? Delfi: No, no. Non scherzo affatto. Marina: Li conosce? Delfi: Li conosco. Marina: Anche quello della donna che vola? Delfi: Soprattutto quello. Maurizio: E come fa? Delfi: È un trucco. Maurizio: Fin qua ci arrivo anch'io... Volevo dire come fa, lei, a conoscerlo. Delfi: Sono amico del prestigiatore. Maurizio: Ma, scusi, vuole che un prestigiatore venga proprio a insegnare i suoi giochi a lei? Delfi: Non me li ha insegnati: glieli ho rubati. Maurizio: Rubati? Come? Delfi: A Nizza, l'anno scorso. Era nel mio stesso albergo, camera a camera... Quando provava certi suoi esperimenti, lo spiavo dal buco della chiave. Non c'è un segreto che mi sia sfuggito. Maurizio: Ah, fantastico! Allora se lei volesse... Delfi: No, Maurizio:. È questo l'errore. Conoscere il segreto non vuol sempre dire di saper fare il gioco. Il trucco non è che la parte fondamentale, la parte tecnica. Il resto è il difficile. Fare in modo che il trucco abbia la parvenza della realtà. Come nella vita, del resto. Maurizio: Si capisce! Delfi: Illudere e illudersi. Marina: indicando Maurizio: Lui si illude di essere interessante, per esempio. Delfi: E ha perfettamente ragione. Maurizio: Oh, bravo! Marina: Lei lo trova interessante? Delfi: Io no. Ma ha ragione di illudersi. Marina: E si illude, anche, di sposarmi. Delfi: E qui ha torto... Cioè no: se lo sposasse avrebbe torto lei. Marina: Lo credo! Delfi: Ma lui, per conto suo, può continuare a illudersi. Marina: Continuerà per un pezzo! Delfi: Non importa egli, però, vive con questa illusione che nessuno gli può togliere. Maurizio: Vivamente: Ah, nessuno, perdio! Delfi: L'ha sentito? Marina: Bestemmia! Delfi: Bestemmia. Ma vive. Tutto, fondamentalmente, consiste in questo. L'importante si è di crearsi ciascuno la propria vita secondo la propria illusione. Ma nessuno saprà mai come va a finire. Maurizio: Io sì che lo so. Delfi: No, Maurizio:. Non può saperlo. Ed è bene che non lo sappia. Maurizio: Perché? Delfi: Perchè, altrimenti, sino da questo momento non potrebbe più vivere. Maurizio: E chi glielo dice? Delfi: Io. Maurizio: È un po' poco. Marina: Non essere ironico, Maurizio, e segui il suo ragionamento, che voglio vedere dove va a finire. Delfi: Ad affermare, semplicemente, che l'illusione è più necessaria dell'aria che si respira, e che noi tutti di questa illusione dobbiamo nutrirci, abolendo per quanto possibile noi stessi, dal momento che nessuno ha mai l'esatta coscienza delle proprie possibilità. Maurizio: Io, delle mie, l'ho perfetta. Delfi: E questo è un altro scherzo della sua illusione. Maurizio: Ma faccia il piacere! Delfi: Lei, scusi, lei sa chi è? Maurizio: Io sì. Delfi: E chi è? Sentiamo. Maurizio: Maurizio. Delfi: Non è vero. Lei si chiama Maurizio. Ma chi sia Maurizio, lei non lo sa. Marina: Io sì che io so chi è Maurizio! Delfi: Chi è? Maurizio: subito: Ti proibisco di dirlo! Marina: a Delfi: E so anche chi è lei. Delfi: Chi sono? Marina: Un chiacchierone che vuol prendersi bellamente gioco di Maurizio e di me insieme. Delfi: Io?!... Ma le pare?... Marina: Sì, mi pare. E non faccia il trasognato, che stamattina non attacca. E non mi venga a raccontare che ha carpito i misteri del giocoliere dal buco della serratura, che io non ci credo. E si risparmi pure le sue buffe teorie psico-illusionistiche, che gliele faccio crollare in un batter d'occhio. Perchè se lei crede di atteggiarsi a diavolo con me, badi che io mi chiamo Marina, e fra Marina: e il diavolo, messi a tu per tu, eh... non so proprio chi la vincerebbe. Delfi: reciso: È una sfida? Marina: Può darsi. Delfi: L'accetto! Maurizio: Non capisco perchè vi dobbiate sfidare, proprio mentre aspettavo che Delfi mi spiegasse i trucchi del giocoliere. Marina: Ma che vuoi che ne sappia, Delfi! Delfi: Mi metta alla prova. Maurizio: Lasci stare la prova... Mi dica piuttosto, se lo sa, com'è quel giochetto degli anelli l'uno dentro l'altro... Lo sa? Delfi: È una sciocchezza. E spiega. Gli anelli sono costruiti in modo che s'aprono e chiudono battendo l'esterno dell'uno contro l'esterno dell'altro: tac!... è dentro... tac!... è fuori... Maurizio: Eh, no! Io li ho avuti in mano, quando è sceso tra il pubblico. Li ho esaminati bene; sono ermetici. Delfi: Già! Quelli che dà al pubblico, sì. Ma mentre scende, con prontezza di mano, li cambia. Maurizio: Che sveltezza, però! Delfi: Tutto il segreto è lì! Maurizio: Bè, questa degli anelli è relativamente facile. Ma per certi altri, la sveltezza non basta. Delfi: Per esempio? Marina: Quando fa sparire la donna? Maurizio: Già. Marina: Sarebbe capace, lei, di far sparire una donna? Delfi: È la mia specialità. Marina: Davvero? Maurizio: Lo saprebbe fare? Delfi: Certo. E molte volte m'è riuscito benissimo. Maurizio: sbalordito. Ma no! Delfi: impassibile: Ma sì! E guarda Marina. Marina: Provi a farlo. Delfi: Eh, no! Qui non è possibile. Maurizio: sorridendo ironico: Volevo ben dire! Delfi: Ci vuole una certa preparazione. Maurizio: Già, già... Delfi: Ci vuole un palcoscenico... Maurizio: Ecco, ecco... Delfi: Ci vuole un pubblico... Maurizio: Vedo, vedo... Delfi: E soprattutto ci vuole la complice: la donna. E guarda ancora Marina. Marina: Oh, adesso ci siamo! Delfi: continuando: La donna sensibile... La donna palpabile e impalpabile nello stesso tempo... Afferrabile e inafferrabile, che ora c'è e da un momento all'atro non c'è più... Maurizio: La donna, insomma. Delfi: E se questa donna, precedentemente istruita, si presta a far fare bella figura al prestigiatore, il prestigiatore ha vinto, se no... Marina: Neanche il prestigiatore l'acchiappa più. Delfi: Precisamente. Marina: No, Delfi:, non basta. Delfi: Non basta? Marina: Se dietro le quinte non c'e un compare, la donna non sparisce. Delfi: Chi gliel'ha detto? Marina: Il prestigiatore. Delfi: Lei scherza... E se avessi sottomano il soggetto, le farei veder subito che il compare non è affatto necessario. Come fluido, basta l'intesa del prestigiatore con la donna. Marina: Crede? Delfi: Vuole che proviamo? Maurizio: Anche senza palcoscenico? Delfi: Può bastar quel capanno. Marina: E la donna? Delfi: Lei... se si prestasse. Marina: Io sì. Basta che non ci sia pericolo. Delfi: L'unico pericolo è mio: che il gioco non riesca... Che il soggetto non mi si abbandoni anima e corpo... Marina: Cercherò di farle fare bella figura. Delfi: È quello che spero. Maurizio: E io... che faccio? Delfi: Il pubblico. Maurizio: Vuol che mi sieda? Delfi: Se crede. Maurizio: Dove? Delfi: Si metta là... sulla sedia a sdraio. Maurizio: stendendosi: Ci sto da papa. Delfi: Stia attento che si comincia. Maurizio: Non perdo sillaba. Non batto ciglio. Delfi: avvicinandosi a Marina:, a bassa voce: Mi raccomando a lei... Marina: Lasci fare. Delfi: con l'intonazione e i gesti del giocoliere: Ecco, signore e signori, che noi andremo a travagliare senza inganno e senza malizia, pregando l'inclito pubblico di constatare che l'esperimento che ora passiamo ad eseguire non è da confondere con i soliti volgari esperimenti che lor signori hanno sempre applaudito sulle fiere dei villaggi, ma bensì venne creato in tutte le principali Corti d'Europa e delle lontane Americhe alla presenza dei loro potenti e relativi Sovrani. Maurizio: Bravo! Delfi: La fanciulla, o signori, che noi abbiamo l'onore di far sparire è, come potete constatare voi stessi a occhio nudo, di una perfezione di forme assoluta. Ma a che servirebbe, domando io a lor signori, la forma se entro la medesima non alitasse la più delicata e sensibile anima femminile che io mi conosca? Marina: Che ne sa, lei? Delfi: Avete sentito, o signori, quale schiva e squisita modestia? È dunque possibile che noi dobbiamo cancellare dal nostro sguardo e lasciar disperdere nell'aria una creatura che nella vita è bellezza, grazia, sorriso? È possibile che noi, demoniacamente pervasi da un impeto di satanica distruzione, si debba cancellare così, con un tratto di penna e un colpo di mano, tale visione di sovrumano splendore? Maurizio: Ne ha per un pezzo? Delfi: Chi mai osa, o signori, di protestare laggiù tra la folla anonima e innumerevole? Maurizio: Ma la faccia sparire, se ne è capace, e non parliamone più! Delfi: Ebbene, sì. Noi lo faremo! avvicinandosi a Marina:, a bassa voce: Stia attenta e mi segua... forte: Noi lo faremo... a voce bassa: Quando è nel capanno... forte: A malincuore, con lo strazio nell'anima, noi lo faremo... a voce bassa: dietro la seconda tenda... forte: E voi potrete constatare il nostro diabolico potere... a voce bassa: e rimanga ferma e nascosta... forte: la irresistibile potenza del nostro sortilegio. Maurizio: spazientito: Ma non le parli sottovoce e si spicci che voglio vedere. Delfi: Vedrà. Maurizio: Vedremo. Delfi: Quel capanno, o Signori, sarà l'abisso misterioso che inghiottirà nel nulla una fra le creature più eleganti e squisite che onorino la nostra spiaggia... Esaminatelo quel capanno, esaminatelo pure... Maurizio: Non occorre: lo conosco. Delfi: Non doppi fondi, non uscite segrete... Quattro assi e una porta. Nient'altro. Ecco: noi vi collochiamo questa nobile fanciulla e passiamo a chiudere questa volgarissima porta... a voce bassa: Sarà la prova che lei mi ama... forte: questa volgarissima porta, così. E chiude. Un silenzio. Si avvicina a Maurizio: Lei ha l'orologio? Maurizio: Vuol farmi sparire anche quello? Delfi: No. Lo guardi. E misuri i minuti sui battiti del suo cuore. Mettendogli la mano sul cuore: Tic-tac, tic-tac, sente? Maurizio: Sento. Delfi: La nostra divina fanciulla dilegua, si volatilizza, si dissolve... e lei la perde per sempre. Maurizio: Sparita? Delfi: Lo spero. Apra quella porta. Maurizio: No, no... l'apra lei. Delfi: E sia come il signore desidera. Risale. Apre. Il capanno è vuoto: Ecco. Come ben potete constatare, o signori, la fanciulla non c'è più. Il nostro infallibile fluido l'ha sottratta al vostro sguardo... Maurizio: scanzonato: Sollevi la seconda tenda! Delfi: vivamente: Ah, no! Maurizio: Come no? Il vero prestigiatore la solleva. Delfi: E allora, la sollevi lei. Maurizio: Certamente. Si precipita, solleva la tenda, rimane sbalordito! Nessuno? Delfi: sbalordito e turbato a sua volta: Nessuno!... A sè: E dove si sarà cacciata? Maurizio: Lei lo sa benissimo! Delfi: Ne so quanto lei! Maurizio: Mi crede proprio uno stupido? Delfi: E ne ho colpa io se è sparita? Maurizio: Me la faccia tornare! Delfi: giocando tutto per tutto, sicuro che Marina lo aiuterà Tentiamo. Richiudiamo la porta. Esegue. Guardi l'orologio... Maurizio: Tic-tac... tic-tac... Delfi: Basta così... Ora apra lei. Maurizio: corre, apre, entra: Nessuno! Delfi: Possibile? Maurizio: frugando nel capanno, sotto l'accappatoio, le vesti appese, il tavolo: Non c'è! Delfi: Come non c'è? E dove vuole che sia andata? Maurizio: Non c'è, le dico... Guardi anche lei! Delfi: frugando nel capanno: Non ci capisco più niente... Maurizio: Sparita! Da che parte? Delfi: E chi lo sa? Maurizio: fuori di sè: Eravate d'accordo per burlarvi di me! Ma se crede, con questo di portarmela via, si sbaglia! Delfi: chiamando a voce alta: Signorina Marina? ... Signorina Marina?... Maurizio: chiamando a sua volta: Marinaaa? ... Non fare la sciocca ... Se sei viva, batti un colpo... Delfi: Marina?... Maurizio: Marina?... Delfi: Ah, eccola la!... Maurizio: Dove?... Dove?... Delfi: indicando un gruppo di bagnanti, lontano. Guardi... laggiù.... fra quel gruppo... Maurizio: Macchè, non è lei!... Delfi: Sì, è lei... è lei... la riconosco... lei che ride... lei che ci ha giocato tutti e due... E si avvia a passi rapidissimi, seguìto da Maurizio, chiamando. Delfi: Marina?... Maurizio: Marina?... Delfi: Bella figura che mi fa fare! Maurizio: Ma la paghi, sai! . Escono. Le loro voci si perdono. . Marina: sporgendo cautamente la testa dal capanno vicino: Ah, che liberazione!... Apre del tutto la porta, e appare seguita da un giovine elegante. Marina: Sei stato grande, Roberto! Roberto: Ho fatto quel che ho potuto... Fin che quel presuntuoso parlava ho voluto mettere in pratica la tua tesi, togliendo le viti all'asse del mio capanno per aprirti una via d'uscita fra le mie braccia! Marina: con grazia sorridente: C'è sempre un compare, tra le quinte! Roberto: Ma io non ti faccio sparire, Marina:... Io no... Ti tengo così... stretta a me... Marina: con abbandono: E per tutta la vita! Roberto: Eccoli che tornano!... Rientra! Marina: Se ci scoprono?... Roberto: Non è più possibile. Marina: Perchè? Roberto: Per loro sei sparita per sempre! . Rientrano. Chiudono. Silenzio. ... FINE.