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Eugenio Galiano L'iris blu, 1954
Eugenio Galiano, L'iris blu, 1954

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La Stampa Online
Lunedì, 4 Dicembre 2000
Rubrica: Pensieri & Parole di Gianni Riotta

Libri ai non vedenti.

Gentile Dott. Riotta, sono trascorsi più di tre anni da quando Le chiedevo: "trascrivendo elettronicamente e con fatica le opere da me acquistate in libreria e, con ancora più fatica, rendendole leggibili alla barra Braille o alle sintesi vocali per l'uso esclusivo dei privi della vista commetto reato?"

Lei, con le parole che oggi la più umana voce della mia sintesi mi rilegge ancora, mi diceva: "In Italia leggi che vietano ce ne sono tante, ma se ne infischi." E continuava: "chi, come lei, aiuta i privi della vista ad essere più informati e più liberi compie un'opera bella, ricca di cultura e di umanità ed avrà dalla sua parte gli uomini che aiutano il prossimo".

Evidentemente almeno due avvocati milanesi non la pensano come Lei ed, in nome di molte Case Editrici, mi hanno intimato di eliminare dalla biblioteca della mia Fondazione, tra le altre, anche le opere di Gianni Riotta...

Quanto la cosa mi abbia addolorato lascio a Lei immaginarlo. Dai file.log che prelevo ogni mese ho potuto constatare che in questi tre anni 223 ciechi hanno vissuto con Lei ore serene e si sono arricchiti con i pensieri e i sentimenti delle Sue creature.

"L'Osservatore Romano", invece, proprio nei giorni in cui, a quanto ne so, pochi quotidiani si schieravano dalla mia parte e dalla parte dell'Istituto Cavazza di Bologna che "si macchia della mia stessa colpa", raccontava la mia storia con le parole: "Gratuità. Ecco una lezione racchiusa in un concetto inconsueto ai nostri giorni, ma urgentemente da riscoprire in quanto sottende una condizione determinante al futuro e alla sopravvivenza di ogni servizio sociale (e politico!). Non ci sembra azzardato dire che l'evangelico "gratuitamente avete ricevuto e gratuitamente date" ha qui avuto un'applicazione molto appropriata."

"La Stampa", che prelevo ogni notte e ogni mattina distribuisco gratuitamente dall'edicola della Fondazione, non ha, mi sembra, trattato l'argomento. Potrebbe Lei dire la Sua parola su ciò che non considero un diritto perchè i diritti li attribuisce la legge, ma soltanto una necessità, necessità dei ciechi di poter alimentare il proprio spirito con la lettura non solo dei capolavori del passato ma anche con quelli del presente?

Se vorrà dire la Sua sull'argomento, tenga conto che noi ciechi vorremmo acquistare, come tutti gli altri, i libri che ci interessano, purchè le Case Editrici, ora che le tecnologie lo consentono, mettano nei loro siti testi elettronici accessibili ai nostri mezzi di lettura; ma non vorremmo essere considerati "pirati" se trascriviamo ed offriamo gratuitamente agli altri privi della vista le opere che acquistiamo in nero e pazientemente scannerizziamo.

Mi scusi per la lunghezza del messaggio ma pensi a quante altre cose ho taciuto per non annoiarLa. Grazie.

Ezio Galiano

Risposta:

Caro amico, proprio oggi, lunedì, il mio amico e collega Fabrizio Rondolino attacca questa sciocchezza con un suo bell'editoriale su La Stampa. E' una cosa piccola e povera e, son certo, quando i dirigenti di Mondadori e delle altre case editrici lo sapranno, denunceranno il fatto.

La difficoltà però resta: le dò qui l'impegno di Stampa e StampaWeb perchè agli amici non vedenti non sia sottratta l'opportunità di leggere e lavorare.

Chiamo alla mobilitazione tutti i lettori e le lettrici carissime di P&P perchè si facciano sentire numerosi in questo che è, ieri come oggi, il Vostro forum.

Grazie per avere ricordato la battaglia che -insieme- vincemmo tre anni fa. Ma adesso ci tocca di nuovo rimboccare le mani. Amici, amiche, fatevi vivi, dateci una mano: c'è un'ingiustizia che possiamo correggere. In bocca al lupo!